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Stanchezza e minor fiducia nell’informazione: il Digital News Report 2022

Copertina Digital News Report 2022

Anche quest’anno il Digital News Report del Reuters Institute dell’università di Oxford, pubblicato lo scorso 15 giugno, ci pone dinnanzi ai profondi cambiamenti che il mondo dell’informazione sta attraversando. Una ricerca che traccia le abitudini e tendenze di fruizione ed il profilo dei “consumatori di notizie” di sei continenti e 46 mercati.

Probabilmente la ricerca più estesa ed approfondita a livello globale dove i campioni sono stati assemblati utilizzando quote rappresentative per età, sesso e regione in ogni mercato anche se, come scrivono gli autori nelle note metodologiche, data la somministrazione online dei questionari “è meglio pensare ai risultati come rappresentativi della popolazione online. Nei mercati dell’Europa settentrionale e occidentale, dove la penetrazione di Internet è in genere superiore al 95%, le differenze tra la popolazione online e la popolazione nazionale saranno ridotte, ma in Sud Africa (58%) e India (54%), dove la penetrazione di Internet è inferiore, le differenze tra la popolazione online e la popolazione nazionale saranno grandi.” E questo è un dato da non sottovalutare su questioni in cui si sa che il campione potrebbe potenzialmente fare una differenza significativa (ad esempio il pagare le notizie o i podcast).

La "news avoidance"

Dal rapporto emerge un quadro meno ottimista rispetto allo scorso anno (dove incrementi nel consumo di notizie erano ancora conseguenza della pandemia COVID-19) con un calo generalizzato di fiducia verso le informazioni (la fiducia nelle notizie è diminuita in quasi la metà dei paesi del sondaggio ed è aumentata in soli sette) ed in crescita il fenomeno della “stanchezza delle notizie” e quello conseguente della “news avoidance”  ovvero della tendenza ad evitare sistematicamente le informazioni, ahinoi così drammatiche ed angoscianti che da oltre due anni saturano l’ecosistema informativo, dapprima con la pandemia e adesso con la guerra in Ucraina. In generale l’interesse per le notizie è fortemente diminuito in tutti i mercati, dal 63% nel 2017 al 51% nel 2022.

La carta: una caduta senza fine

grafico sulle ricerche report 2022
Digital News Report: a confronto le varie fonti di informazione nel decennio 2013-2022

Continua il crollo della carta stampata che, nel nostro paese, se nel 2013 era fonte primaria di notizie per il 60% del campione, nel 2022 scende ad un ristretto 15% mentre, sempre in Italia, il device di elezione per il consumo di notizie è oggi lo smartphone per il 69% degli intervistati.

D’altra parte tale fenomeno, per quanto riguarda il nostro paese, è sistematicamente rilevato dai rapporti nostrani come quelli di ADS, Accertamenti Diffusione Stampa , così come sintetizzati da Agenzia Garante per le Comunicazioni nei suoi rapporti trimestrali dell’Osservatorio sulle comunicazioni.

Nell’ultimo, 1/2022, di aprile 2022, AGCOM rappresenta che: “Nel settore dell’editoria quotidiana, si conferma l’andamento negativo già rappresentato nei precedenti Osservatori: nel corso dell’intero 2021, è stata venduta una media giornaliera di 1,7 milioni di copie, in flessione del 6,9% rispetto al corrispondente valore 2020 e del 30,9% rispetto ai livelli di vendita del 2017.”

grafico sulle vendite di giornale 2022
Autorità Garante Comunicazioni: Osservatorio comunicazioni 1/2022

Abbonamenti digitali: problemi di budget

Per quanto riguarda gli abbonamenti digitali, in molti mercati, pochi affermatissimi brand nazionali si accaparrano la maggior parte degli abbonamenti ed in alcuni paesi come Stati Uniti ed Australia, c’è addirittura la tendenza a sottoscriverne più di uno. Tuttavia i problemi di ripartizione dei limitati budget familiari tra le varie fonti dell’infotainment tendono a ridurre il potenziale di spesa per le notizie.

D’altra parte, come già riportava l’Osservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Milano nel suo rapporto dello scorso autunno, su quasi 3 miliardi di spesa degli italiani per contenuti digitali nel 2021, 1,7mld sono andati per il Gaming, 800 milioni per il video Entertainment e solo 166 milioni fra e-book e news.

la spesa del consumatore italiano di contenuti digitali
’Osservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Milano - Rapporto 2021

Giovani e informazione

Un capitolo del DNR è dedicato al consumo delle News tra i giovani che, al fine di meglio comprenderne i comportamenti, vengono suddivisi in due macrocategorie: i nativi sociali (18–24 anni) in gran parte cresciuti nel mondo del web sociale e partecipativo ed i nativi digitali (25–34 anni) che in gran parte sono cresciuti nell’era dell’informazione ma prima dell’ascesa dei social network.

Il rapporto evidenzia come, da quando il Reuters ha avviato il tracciamento delle fonti di informazione, i social abbiano costantemente sostituito i siti Web di notizie come fonte primaria per il pubblico più giovane in generale, con il 39% dei nativi sociali (18-24 anni) in 12 mercati che ora utilizzano i social media come loro principale fonte di notizie.

Inoltre, sempre per i nativi sociali vi è un forte spostamento da Facebook verso le piattaforme “visive” come Instagram, TikTok e Youtube, dove l’uso di TikTok per le notizie è quintuplicato tra i 18 e i 24 anni in tutti i mercati in soli tre anni, dal 3% nel 2020 al 15% nel 2022.

Un problema di pluralismo

i valori dei media in Europa
Digital News Report 2022

In ultimo, occorre evidenziare, tra le tante analisi e spunti contenuti nel rapporto del Reuters, come il già citato dato relativo alla minor fiducia nei mezzi di informazione possa essere attribuito, almeno in alcuni mercati, ad un deficitario pluralismo: in quei paesi la mancanza di fiducia è strettamente correlata al problema dell’interferenza di politici, uomini d’affari o entrambi.

Il Digital News Report in 2 minuti