Alcuni membri della società civile, nonché alcuni ricercatori, confondono la possibilità di accesso alle pubblicazioni scientifiche con la fruibilità delle stesse e la conseguente possibilità di un “fraintendimento” dei non “addetti ai lavori”.
I piani sono, tuttavia, diversi, perché un conto è la possibilità di accesso, un altro la fruibilità e un altro ancora la comprensione.
La “possibilità di accesso” va intesa come tale: la disponibilità di consultazione di una pubblicazione.
La fruibilità riguarda, invece, quanto si riesce a utilizzare di quell’accesso e quanta gente riesce a raggiungere; diciamo che attiene alla possibilità di utilizzo dell’accesso.
La comprensione riguarda quanto riusciamo a cogliere e contenere delle informazioni messe a disposizione grazie alla possibilità di accesso e alla fruibilità che ci sono state offerte.
Compresi e separati i tre piani elencati (possibilità di accesso, fruibilità e comprensione), la possibilità di accesso è e deve essere la nuova normalità perché, come ribadito anche dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, “nessuno deve essere lasciato indietro” (e questo motto riguarda soprattutto la possibilità di accesso); approfondimenti, a tal riguardo, nel precedente articolo “L’accesso all’informazione è inclusione”.