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Deborah Bianchi

Deborah Bianchi è avvocato in diritto dell’internet da 15 anni. Responsabile dello Sportello dei Diritti Digitali di OdG Toscana. E’ autore delle monografie cartacee: “Internet e il danno alla persona” Giappichelli 2012; “Danno e Internet. Persona, Impresa, Pubblica Amministrazione”, Edizioni Il Sole 24 Ore, 2013; “Difendersi da Internet”, Edizioni Il Sole 24 Ore, 2014, “Sinistri Internet. Responsabilità e risarcimento” Edizioni Giuffrè 2016. E’ autore di pubblicazioni collettanee cartacee per Giuffrè, Utet e Cedam. E’ relatrice in corsi di formazione e convegni.

Piccolo manichino che legge un libro sul controllo mentale

RayBan Stories. Perché avranno successo e perché servono i neurodiritti

I RayBan Stories, frutto della collaborazione di Facebook con Luxottica, saranno un successo perché seducono la nostra mente. Una foggia storica, vincente da decenni, icona nelle nostre menti dell’occhiale da sole per eccellenza. Quando dobbiamo disegnare o pensare all’occhiale da sole arriva subito l’immagine dei RayBan. Tanto basterà, per spianare la strada alla tecnologia e ai secondary uses sui metadati prodotti dall’occhiale già re degli intelligence wereables.
La privacy dei terzi? Esiste il vademecum fornito ad ogni acquirente sul corretto trattamento dei dati: non videoregistrare o fotografare negli ambulatori medici o in fila di fronte a un bancomat o nei luoghi di culto; evitare di condividere le immagini degli altri senza autorizzazione sulla app social abbinata agli occhiali Facebook View. Tutto in regola.
Tutto in regola per il primo utilizzo dei dati ma per il secondo utilizzo o secondary use? Cosa farà Facebook con i metadati liberati dall’attività dell’utilizzatore degli occhiali?